“I Lombardi alla prima crociata”, Gavazzeni

Giselda Renata Scotto
Oronte Luciano Pavarotti
Pagano Ruggero Raimondi
Arvino Umberto Grilli
Viclinda Anna Di Stasio
Pirro Mario Rinaudo
Acciano Alfredo Colella
Sofia Sofia Mezzetti
Un Priore Fernandino Jacopucci

Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma

Gianandrea Gavazzeni

Con il compito di aprire la stagione lirica 1969/1970 del Teatro dell’Opera di Roma, i Lombardi diretti da Gavazzeni finirono su CD grazie a Memories e a Butterfly Music. Mioli scrive a riguardo dell’incisione:

[…] un assiduo direttore verdiano come Gavazzeni s’avvalse delle voci di Renata Scotto, Luciano Pavarotti, Ruggero Raimondi, tutte e tre bellissime e già per questo capaci di assicurare all’evento una rara omogeneità. Indimenticabile la preghiera sillabata, sfumata, davvero limata dalla Scotto, sulle parole “Salve Maria” e non meno intensa, affettuosa, nostalgica la seconda preghiera, quella rivolta alla madre che dice “Se vano è il pregare”. Liricissima la presenza di Pavarotti, nell’aria popolare del secondo atto ma anche nella “visione” che appare a Giselda nel quarto, dove l’alone interno carica di suggestione ulteriore quel timbro insuperabile. Quanto a Raimondi, non si tratta di certo del solito basso che, implicato nell’austerità di un Filippo II o di un Fiesco, stenti a disegnare passioni come la protervia giovanile e la santità sofferta. In lui la bella timbratura e la freschezza della voce congiurano con un’attitudine espressiva non appariscente ma analitica e coerente, onde Pagano sorte immediato. Inutile riferire dei due terzetti che accostano tali voci, autentici tripudi timbrici, né si dimentichi il contributo di un Arvino squillante come Umberto Grilli.

Sulla carta quest’edizione sembrerebbe il non plus ultra: personalente a questa preferisco quella di Gardelli (Deutekom, Domingo, Raimondi), sebbene il paragone tra un’incisione live e una in studio sia improprio. Tra l’altro Raimondi è comune ad entrambe, e non è infatti il discriminante. Nonostante preferisca l’Oronte di Pavarotti a quello di Domingo, non posso dire altrettanto della Giselda della Scotto che, se è vero che nella preghiera è sublime, altrove non mi convince troppo. A questo si aggiunga che Gavazzeni, da “assiduo direttore verdiano” quale è, a volte stringe troppo i tempi, come nell’aria di Oronte “La mia letizia infondere“. Rimane comunque un’apprezzabile edizione dei Lombardi.

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